O dei dell’olimpo….
Come si può restar non curanti difronte a tal tracotanza, l’ostentata presunzione che lo pertugio dell’ano messo in mostra da si fatta fanciulla possa passar inosservato.
In esso racchiudo tutti i miei desideri più lascivi sperando che, come par dal suo sguardo, ella mi inviti a profanar anche se con qualche remora, per timor di sentir dolor.
Come pure bramerei di leccar si bella fava, infiammando ogni sua reticenza e copulando maestosamente "notte e di" sino a consumar il mio modesto pisello.
Dei dell’Olimpo, vi prego, fulminatemi il giorno in cui dovessi venir meno a compire tali doveri, atroce sarebbe sopravvivere per gustar solo con gli occhi tali magnificenze.